Quando Antonio e Iris Origo acquistarono la tenuta di La Foce, chiamarono l'architetto inglese Cecil Pinsent per ristrutturare la Villa e gli edifici circostanti e per creare un ampio giardino.

Pinsent (1884-1963), che si era stabilito a Firenze da giovane, aveva già lavorato a importanti progetti architettonici come la Villa Medici di Fiesole e la Villa I Tatti di Bernard Berenson.

Il dialogo armonioso tra edifici, giardino e natura pone La Foce al centro di una testimonianza storica dell'evoluzione architettonica e culturale della Toscana. Il giardino venne realizzato in quattro fasi, tra il 1925 e il 1939. Un giardino formale all'italiana, diviso in geometriche 'stanze' da siepi di bosso, si estende dalla casa verso la val d'Orcia e il monte Amiata.

Pendii terrazzati salgono dolcemente per il colle, dove ciliegi, pini e cipressi crescono tra la flora spontanea, e un lungo viale di cipressi conduce a una statua di pietra del XVII secolo. Un sentiero di travertino, sotto un pergolato di glicine, conduce al bosco e collega il giardino con il cimitero di famiglia, considerato una delle migliori creazioni di Pinsent, dove riposano Antonio e Iris Origo, insieme al figlio Gianni, morto in giovane età.
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